Monte Generoso (1701 m.)
Mario Gatti, con Angelo Ravera, 11 Agosto 2006
Partenza: Rovio (CH)
Arrivo: Rovio (CH)
Dislivello: 1203 metri
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti
Difficoltà: T2 (EE) fino al Perostabbio; T3/f dal Perostabbio alla vetta; T1(E)
per la discesa. I gradi di difficoltà si riferiscono ai nostri percorsi di
salita e discesa. L'ascensione al Monte Generoso può essere fatta seguendo
diverse vie, con difficoltà crescenti. Tra queste, se volete, anche quella che
sale con il trenino a cremagliera... vedete un po' voi quale si adatta
maggiormente alle vostre esigenze.
Questa escursione, perlomeno lungo il percorso di salita che noi abbiamo
seguito, è consigliata solo a persone esperte, che non soffrano di vertigini ed
abituate ad affrontare tratti di II grado, anche se facilitati dall'uso di corde
fisse e catene. Per saperne di più potete consultare il sito ufficiale:
www.montegeneroso.ch
Commento dell'escursione:
Un'altra delle mie numerose salite su questa splendida montagna, purtroppo rovinata dalle orde di turisti che vi arrivano con il trenino a cremagliera, dalla presenza di un albergo-ristorante e da un accidente di affare che non so nemmeno io cosa sia, ma è pieno di antenne paraboliche oltre ad una bella antennona verticale alta una ventina di metri. Tutto questo per rendere più attraente il paesaggio, immagino. Purtroppo non c'è niente da fare e così la vetta del Monte Generoso (che abbiamo solo toccato per "dovere") altro non è che uno spiazzo cementato con panchine e transenne, abbellita (si fa per dire) da una bella piramide bianca. Una bella "balconata" dalla quale la vista spazia a 360° su Alpi e Prealpi, peccato che sia un po' affollata e frequentata da gente in ciabattine da spiaggia (non sto scherzando). Diverso è il discorso per quelli che sulla cima ci arrivano facendo fatica, da qualunque parte si salga se ne fa tanta, ed io e l'amico Angelo apparteniamo di sicuro a questa categoria di persone. Per salire la montagna abbiamo inoltre scelto quella che di sicuro è la via più faticosa e difficile, ma proprio per questo anche la più appagante e la soddisfazione di compierla fino in fondo, i magnifici panorami e scenari che offre alla fine fanno sopportare meglio anche i "picnicari" arrivati in cima con l'ultima corsa del trenino. Lasciata l'auto a Rovio, a quota 498, si attraversa il paese e subito si attacca un accidente di sentiero sassoso, che salendo sempre in un fitto bosco con pendenze da tagliare le gambe porta in circa due ore alla località Perostabbio (quota 1255). Qui si trova una bella capannetta attrezzata a rifugio e sempre aperta, anche d'inverno. Dopo una sosta doverosa per riprendere un po'di forza abbiamo lasciato Perostabbio e dopo circa un quarto d'ora ancora attraverso il bosco siamo finalmente usciti allo scoperto. Qui la via si fa difficile oltre che dura: le pendenze sono notevolissime e si deve attraversare un lungo tratto di erba e roccette, con passaggi molto insidiosi anche di II grado. Terminato questo tratto, quando ormai mancano meno di 200 metri di dislivello per la vetta, la salita è aiutata dalla presenza di corde fisse e catene che sono molto utili per superare i passaggi più difficili (qualche camino e diverse coste rocciose), ma il percorso rimane comunque molto esposto. Certo è che si comincia ad ammirare la bellezza selvaggia di questa montagna, con le sue pareti vertiginosamente a picco, "funghi" e bastioni di roccia che spuntano da tutte le parti (grandioso quello chiamato il "Gendarme del Baraghetto": il Baraghetto è una sorta di anticima posta a Nord del Generoso meno di 100 metri sotto la vetta). Ultimato anche questo tratto si arriva su una piccola cresta dalla quale si può ammirare anche l'altro versante della montagna, che guarda da una parte verso la Svizzera (valle di Muggio) e dall'altra verso l'Italia (val d'Intelvi), dall'aspetto diametralmente opposto: grandi declivi erbosi, anche se molto ripidi permettono di salire senza la minima difficoltà, pur facendo una certa fatica (io sono salito tre volte da questo versante e ne so qualcosa...). Da qui si risale fino alla vetta molto più facilmente, anche se si deve usare ancora qualche catena per superare i tratti più ripidi. Noi però non abbiamo puntato la vetta subito, ma siamo ridiscesi verso l'attacco di una via ferrata che parte sotto il citato Baraghetto, ne risale le pareti raggiungendone la cima e poi si ricongiunge alla via percorsa da noi nello stesso punto in cui l'abbiamo lasciata. Sorpresa: arrivati all'attacco un bel cartello con scritto "ferrata chiusa per manutenzione" ci ha fatto tirare qualche accidente, in primo luogo perchè eravamo arrivati fin lì per fare la ferrata e poi per tutta la mercanzia portata dietro (casco, corda, moschettoni, cordino, imbragatura, insomma tutto quello che ci vuole per fare una ferrata) che quindi è servita solo a fare peso nello zaino o addosso alla persona. Per non parlare del tempo perso per andare e tornare poi indietro. Sulla vetta ci siamo poi arrivati, ma come ho detto è stata una "toccata e fuga" perchè sembrava di essere in spiaggia. Risaliti dalla parte opposta in un luogo meno frequentato, un centinaio di metri sotto la vetta, abbiamo almeno potuto cambiarci e mangiare senza rompitasche tra i piedi. Anche perchè delle brutte nuvolacce hanno coperto tutto e qualche forte tuono che arrivava dalla valle ci ha consigliato di filare giù alla svelta. Il temporale per fortuna ci ha solo sfiorati (anche di pioggia ne abbiamo presa poca davvero), ma ci ha fatto allungare il passo per scendere fino alla località Bellavista (1221 metri), dove si trova una stazione intermedia della ferrovia. Da qui un sentiero molto bello (ma che sembra non finire mai) riporta a Rovio, dove abbiamo ripreso l'auto. Nonostante la folla trovata in vetta, grandi sensazioni su una montagna splendida. Un consiglio: se non vi piace il casino non andateci, o perlomeno andateci d'inverno, quando la montagna diventa per pochi, per fortuna. Ma non dalla strada fatta da noi, troppo pericoloso. Le salite invernali (bellissime, ne ho fatta una due anni fa) si fanno tutte dall'altro versante, partendo da Bellavista, dall'Alpe Orimento o dalla valle di Muggio. Ne riparleremo quando tornerà la neve....
Saliranno con ali come
aquile.
Correranno e non si affaticheranno;
cammineranno e non si stancheranno.
Isaia, 40:31
Le foto dell'escursione (30 immagini in formato 800X600 con apertura in un'altra finestra)
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