Monte Gazzirola, 2116 m.
Mario Gatti, 25 Aprile 2008

Partenza:    Colla, Chiesa di Scatiàn (Valcolla, Canton Ticino , CH).
Arrivo:        Colla, Chiesa di Scatiàn (Valcolla, Canton Ticino , CH).

Tempo di salita: 3 ore
Tempo di discesa: 2 ore
Dislivello: 1060 m. circa
Sviluppo lineare: N.C.

Neve: quasi assente fino a 1600 metri; da 30 a 50 cm. fino a 1800 metri; da 50 a 80 cm. fino a 2000 metri; fino a 120 - 150 cm. negli accumuli ventati e sulle cornici della cresta sommitale e della vetta.

Difficoltà: T2(EE). Prestare sempre attenzione al tratto sulla cresta sommitale, specialmente in caso di forte vento.


Commento:

Quarta mia salita su questa montagna, per la prima volta in solitaria e con la neve; itinerario classico, via Ciapelòn - Passo di Pozzaiolo - Cresta SO. Fino al Pozzaiolo salita tranquilla disturbata solo dal vento che a raffiche fredde scendeva giù dalla montagna, ma nulla in confronto a quello che avrebbe combinato in seguito. Superati i 1700 metri del Passo, cambio di musica... e di stagione: su per la cresta la salita si è fatta decisamente invernale con la neve che cresceva mano a mano che si saliva; di contro la temperatura si abbassava soprattutto per effetto del vento sempre più forte e del cielo leggermente velato che non permetteva al Sole di scaldare a fondo. Via quindi i bastoncini da trekking e sotto con ghette, ramponi, piccozza, giacca in gore-tex, guanti e cappellino. E pensare che qui in Febbraio era tutto pelato e faceva così poco freddo che si sarebbe potuto salire non dico in maglietta ma quasi: scherzi di un tempo burlone che quest'anno ha deciso di giocare con l'Inverno fino al mese di Maggio (non è che mi lamenti, anzi..). Così come il vento, puntuale è arrivato anche l'errore di percorso: per tenermi al riparo e seguire una traccia precedente alla mia  mi sono portato troppo in fuori, sotto la cresta, fino a che mi sono accorto di essermi non solo allontanato troppo dalla direzione per la vetta, ma soprattutto di essere finito su un tratto ripidissimo e slavinato a strapiombo sulla sottostante valle di Ciapelòn. Visto che l'idea di finire nel torrente con un bel tuffo di 200 o 300 metri non era proprio esaltante, per rimediare non c'era che una cosa da fare: battere la neve e risalire in diretta sul pendio a 40° per riguadagnare la cresta. Meglio stare al vento che rischiare di volare di sotto per il distacco di una lastra di neve. Approfittando (per quel poco che poteva aiutarmi) della leggera crosta ghiacciata offerta dalle slavinette e un passo dietro l'altro, visto che era impossibile fare due passi di fila per la neve troppo alta, con una bella faticaccia eccomi di nuovo in cresta, in compagnia di un vento che intanto si era fatto fortissimo, al punto che spesso dovevo abbassarmi e puntellarmi con la piccozza perché avevo come l'impressione che mi avrebbe portato via. Qui mi sono reso conto dell'errore fatto e di quanta fatica in più mi aveva fatto spendere: se avessi seguito la cresta di sicuro non avrei dovuto affrontare pendenze così forti. Ancora poche decine di metri ed ecco la vetta: giusto il tempo di fare le foto (in ginocchioni e  assicurato con un pezzetto di corda ed un moschettone alla palina di vetta che sporgeva di poco dalla neve, per non rischiare di perdere l'equilibrio per le raffiche di vento) e poi giù alla svelta per la cresta, di nuovo verso il Pozzaiolo: sembrava che tutti i venti delle Alpi si fossero dati appuntamento qui sul Gazzirola. La discesa, al contrario della salita, non è stato affatto penosa; al contrario, la neve mi ha aiutato a scendere veloce e con poca fatica visto che livellava tutte le irregolarità del terreno, che di solito mi danno molto fastidio soprattutto alle ginocchia. In meno di mezz'ora, a tratti quasi correndo nella neve sono riuscito a tornare al Passo: in salita ci avevo impiegato un'ora e mezza. Tolta l'attrezzatura da neve ho preferito scendere sempre più giù, nella speranza di avere tregua dal vento, ma ho dovuto arrivare fino al Rifugio San Nicolao, sopra Barchi di Colla e 900 metri più in basso della vetta, per trovare riparo, cambiarmi e consumare il rancio di giornata. Poi, asciutto e riposato, veloce ritorno alla Chiesa di Scatiàn dove avevo lasciato l'auto. Gran bella giornata, spettacolo grandioso sulle montagne (davvero sembrava di essere ancora in pieno Inverno), tante emozioni e divertimento. Peccato per il vento, ma non a caso questa montagna e il suo compare Monte Camoghé (bellissimo oggi così carico di neve) sono chiamati, da queste parti, la fabbrica del vento. Sempre in produzione: salvo rari casi la sua compagnia qui non manca mai.

Nota: il Monte Gazzirola ha una doppia cima: una quella che ho raggiunto oggi, in territorio svizzero, ed un'altra alla stessa identica quota in territorio italiano dove si trova una grande croce di vetta, visibilissima dal basso. Le due vette sono collegate da un lungo tratto di cresta, molto bello e panoramico. La mia intenzione era di raggiungerle entrambe per poi ridiscendere dalla cresta opposta, la SE, ma la fatica e le condizioni del vento e della neve mi hanno fatto cambiare idea.

Per ulteriori dettagli sull'escursione guardate la galleria fotografica di oggi.

Saliranno con ali come aquile.
Correranno e non si affaticheranno;
cammineranno e non si stancheranno.

Isaia, 40:31


Links ed immagini

Le foto dell'escursione (24 immagini 800X600)
Perché vado in montagna (anche) da solo. Riflessioni personali semiserie....


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