Il Brasile |
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La Storia
Il Periodo coloniale
I portoghesi sbarcarono sulle coste del Brasile nell'Aprile del 1500, con una spedizione marittima guidata da Pedro Alvares Cabral. Incontrarono tribù indigene: in alcuni casi cercarono di ingraziarsele, in altri le sterminarono con le loro armi. Inizialmente la Corona Portoghese pensò di installare un sistema centralizzato di governo, conosciuto come Governo Geral (Governo Generale), con sede a Salvador, attuale capitale dello Stato di Bahia (1549), che è quindi da considerarsi la prima capitale del Brasile; ma il raggio di azione dei governatori generali era molto limitato, avendo a che fare con una popolazione dispersa su un territorio estremamente ampio. L'interesse del Portogallo per la nuova colonia crebbe quando si rivelarono le possibilità di espansione delle piantagioni di canna da zucchero già presenti nelle isole atlantiche della costa africana. Questo coincise con un aumento graduale del consumo dello zucchero in tutta Europa. La produzione fu iniziata in grandi unità territoriali del nordest del paese (Pernambuco e Bahia) costituendo così il polo principale della politica di esportazione agricola. L'esito della produzione dipendeva in gran parte dalla soluzione del problema della mano d'opera. Inizialmente i colonizzatori schiavizzarono gli indigeni, ma con scarsi risultati. Le popolazioni indigene, nei loro primi contatti con gli europei, furono colpite da malattie che provocarono una vera catastrofe demografica. Oltre a ciò, resistevano alla sottomissione facilitati dalla conoscenza del loro stesso territorio. Da un altro lato, la Chiesa combatteva la schiavitù, avendo come obiettivo la conversione degli indios alla fede cattolica. Verso il 1570 i portoghesi iniziarono a trasferire in Brasile schiavi provenienti dall'Africa, un traffico che ben presto si trasformò in uno degli affari più lucrosi relativi alla nuova colonia. Una svolta nella storia del Brasile si ebbe intorno al 1750, quando i bandeirantes, gruppi di avventurieri senza troppi scrupoli, scoprirono l'oro nella regione del Minas Gerais e diedero inizio ad un gran movimento di ricerca di minerali preziosi in quella parte del paese. L'economia dell'oro generò un gran flusso migratorio di portoghesi, ma non solo: attrasse molti abitanti di altre regioni del paese, dando origine alla prima significativa concentrazione urbana. Nacquero così le prime città storiche del Minas, delle quali Ouro Preto (L'oro nero) è la più famosa. Il baricentro della vita socio-economica si abbassò così verso il centro sud, come indica anche lo spostamento della capitale da Salvador a Rio de Janeiro. Il trasferimento della famiglia reale portoghese in Brasile fu un fatto decisivo nella vita della colonia, tanto da influenzare direttamente la sua transizione verso l'indipendenza. Prima dell'invasione napoleonica in territorio portoghese il principe reggente (il futuro Re Dom Joao VI) si trasferì nel 1808, con tutta la sua corte, a Rio de Janeiro, da dove annunciò, al suo arrivo, "l'apertura dei porti brasiliani al commercio con tutte le nazioni amiche". Durante la lunga permanenza della corte (che durò fino al 1821) la colonia, in un certo senso, si trasformò in una specie di metropoli. Per un altro verso la presenza del Re, associata all'urbanizzazione di Rio, rinforzò il prestigio della monarchia. Quando le rivalità tra Brasile e Portogallo si esacerbarono, poco dopo il ritorno di Joao VI in Europa, l'elite concentrata nella stessa Rio ed il principe reggente, Dom Pedro, riuscirono a proclamare l'indipendenza con il minimo sforzo, mantenendo però la forma di governo monarchico esistente. Per queste sue caratteristiche, il processo di indipendenza del Brasile si differenziò molto da quelli verificatisi nelle colonie spagnole del sud america. |
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Il regime monarchico durò dal 1822 al 1889, dividendosi, dal punto di vista politico, in tre fasi: quella dell'ascesa al trono di Dom Pedro I fino alla sua abdicazione nel 1831; quella della reggenza, nella quale il paese venne governato dai "reggenti", in attesa della maggiore età del figlio di Dom Pedro I, e quella del regno di quest'ultimo, Dom Pedro II, tra il 1840 e il 1889. Nella politica interna la grande questione fu quella della schiavitù: per molto tempo il Brasile resistì alle pressioni antischiaviste dell'Inghilterra, fino a che fu costretto a farla finita con il traffico internazionale degli schiavi, nel 1840. In seguito furono promulgate leggi per la libertà degli schiavi, fino all'abolizione totale della schiavitù, nel 1888.
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Il periodo della Prima Repubblica (1889-1930) si caratterizzò per l'importanza data all'economia dell'esportazione agricola, con il caffè come prodotto principale, e per il controllo oligarchico del potere. Una èlite politica, costituita da un "gruppo di notabili", eleggeva ogni quattro anni il presidente della Repubblica: le elezioni, all'insegna della frode e dell'inganno, in quanto il voto non era segreto, contavano una bassa frequenza di elettori, che oscillava tra l'1 ed il 5 % della popolazione. Nell'Ottobre del 1930 una rivoluzione portò al potere un politico proveniente dall' attuale Stato di Rio Grande do Sul: Getùlio Vargas. Il suo nome si associa con la modernizzazione del paese e un cambiamento di stile nella politica, attraverso il quale il "gruppo di notabili" cedette il passo ad una "presidenza carismatica". Vargas giocò il suo ruolo politico nel paese come capo di un Governo Provvisorio (1930-1934), come Presidente eletto con voto indiretto del Congresso (1934-1937) e come dittatore, dopo il colpo di stato dell'Estado Novo (1937-1945). Tornò al potere come presidente eletto nel 1951, ma non riuscì a terminare il mandato, interrotto con il suo suicidio nel 1954, quando tra l'altro fu accusato di promuovere una "Repubblica Sindacalista", d'accordo con l'allora leader argentino Peron. |
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Due aspetti vanno sottolineati nel periodo che va dal suicidio di Vargas fino all'instaurazione della dittatura militare nel 1964. Dal punto di vista economico, il presidente Juscelino Kubitscheck (1956-1960)-il cui nome resta legato all'edificazione di Brasilia (foto qui sotto), l'attuale capitale del Brasile-iniziò la transizione da una politica "nazionalista" ad una di maggior sviluppo, cercando di garantire l'espansione economica attraverso l'ingresso nel paese di fonti di capitale straniero. Un chiaro esempio di questo fu la fondazione dell'industria automobilistica. Dal punto di vista politico, la pronta rinuncia di Janio Quadros, successore di Kubitscheck, aprì la strada ad una situazione di scarso controllo che sfociò nel colpo di stato del Marzo/Aprile del 1964. |
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Il regime autoritario che si instaurò in Brasile è caratterizzato da alcuni aspetti peculiari. In primo luogo fu una dittatura di "più persone", visto che differenti personaggi si alternarono nel corso degli anni, per periodi prestabiliti. In secondo luogo, nonostante siano state soppresse le libertà politiche, il Congresso continuò la sua funzione, con una forma di bipartitismo, sotto controllo del potere. Ma nello stesso tempo aumentò la rendita pubblica, e la modernizzazione del paese mosse passi importanti, ad esempio nell'area delle telecomunicazioni e nel settore finanziario. La crisi del regime autoritario fu dovuta ad una serie di fattori, tra i quali la crisi economica e fiscale, sorrette da un'esigenza di stabilire un ordine democratico, da parte di molti settori di una società sempre più complessa e attiva. |
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Il passaggio del Brasile verso la democrazia fu il risultato dell'accordo tra una parte politica che appoggiava il regime militare ed un'opposizione più moderata. L'elezione di Tancredo Neves, per via indiretta, da parte del Congresso Nazionale (1984), può essere indicata come data simbolica dell'inizio della democrazia nel paese. Da lì in poi si susseguirono l'episodio drammatico della morte dello stesso Neves, il governo del suo vice, José Sarney, e la prima vera elezione diretta nel paese, dopo quasi trent'anni, che portò al potere Fernando Collor. L'empeachment di quest'ultimo, dovuto ad accuse di corruzione, fu un fatto triste per il paese, ma nello stesso tempo rivelatore di una tendenza ad una maggior moralizzazione dei costumi politici. Il suo successore, Fernando Henrique Cardoso, perseguì con successo la riduzione dell'inflazione e la riforma dello Stato incontrando, a volte, difficili sfide nell'area sociale, di difficile soluzione |
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Dall'autunno del 2002 è Presidente del Brasile Ignacio Lula da Silva, familiarmente chiamato solo "Lula" dai brasiliani. La sua elezione è stata fortemente voluta, e festeggiata, soprattutto dal "Movimento Trabalhadores sem Terra", letteralmente "Movimento dei lavoratori senza Terra", un gruppo che da anni si batte nel Paese per il riconoscimento dei diritti dei più poveri e disadattati. L'impegno del Presidente è proprio quello di sanare in questo campo una situazione piuttosto difficile, ereditata da chi lo ha preceduto. |
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L'Inno Nazionale Brasiliano: la storia, la musica ed il testo, in portoghese ed in italiano. Clicca QUI per entrare nella pagina dedicata. | ||||||
Le immagini di questa pagina, nonchè il testo e la musica dell'Inno Nazionale, sono state prelevate dai seguenti siti, che ringrazio: | ||||||
www.fotomundo.com | www.mre.gov.br | www.brasilien.de | ||||
www.bbc.co.uk | www.winne.com | www.ulivi.hpg.ig.com.br | ||||
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